Io con la paura ci ho molta confidenza, con tutte le sue forme: ipocondria, germofobia, paura di morire, paura di vivere, paura di essere abbandonata, paura di essere investita sulle strisce pedonali, paura di amare e anche di non amare mai più, paura del fallimento oi oi oi oi…E quando c’era la povera cana avevo il terrore che le accadesse qualcosa di grave, per esempio morire, prima o poi. Accadimento che ho la quasi certezza era inevitabile, anche se mi ero convinta che lei fosse un caso speciale. La cana stessa asseriva, infatti, di essere appartenuta a Superman e, per questo motivo, di avere dei superpoteri, tra i quali annoverava l’immortalità. Ho anche il terrore del buio pesto perché è una condizione nella quale non puoi accorgerti se sei improvvisamente diventata cieca.

Su queste fondamenta traballanti, a dimostrazione del fatto che sono veramente una pazza da legare, ho deciso di diventare mamma. Sono stata talmente determinata e forte da riuscire nell’impresa. Direi che è stato un fatto quasi supereroico. E subito dopo toglierei il quasi e mi vestirei da wonder woman. Le mamme e anche i papà lo sanno che essere genitori da accesso facilitato ai regni della paura. ‘E se le accadesse qualcosa?’, ‘E se non fossi all’altezza?’, ‘E se facessi degli errori irreparabili?’, ‘E se incontrasse il lupo cattivo?’, ‘E se…???’. La lista è infinita e io mi sono messa in trappola da sola.
Poi è arrivata la Pandemia, una bestia metà stronza e metà pure, che, in combutta con il mio karma, ha deciso di darmi un altro schiaffone. Un virus ha invaso il mondo intero, attentando alle nostre vite, mentre la cana stava morendo (grandissima paura realizzata) e io mi trovavo rinchiusa con una bimba di tre mesi e mezzo, sola, senza lavoro, senza soldi, e, soprattutto, senza la mia grandissima arma segreta: la fuga! Non potevo più pensare che, male che vada, faccio le valigie e vado via.
Io, però, non ho paura di volare.
Chiudo gli occhi, in qualunque situazione, e volo. Cambio storia, cambio casa, cambio vita. Sorvolo il mondo così come è e lo cambio. Volo piano, velocissimo, alto, basso, sulle montagne, a pelo d’acqua…e così creo mondi che, per il solo fatto di essere pensati, sono veri. Dopo ogni volo prendo appunti, per non dimenticare di cosa son capace. Uno di quei voli è diventato la cana Flora, un altro è Sole. I miei voli son diventati viaggi, spettacoli, racconti, o son rimasti ricordi che hanno dipinto di ottimismo i miei momenti bui. Quindi, alla fine dei conti, il mio karma ha ragione di insistere a fare lo stronzo perché così mi costringe a volare.
I giorni passati son stati davvero bui. Sole stava molto male e non si rintracciava la pediatra. E poi bisognava farle il tampone, altrimenti non l’avrebbero visitata. E lei stava sempre peggio, la febbre alta. Il momento dopo è diventato impossibile prenotare un tampone perché i sistemi informatici erano andati in tilt. Stava avvenendo qualcosa che non credevo possibile. Tenevo tra le braccia mia figlia bollente di febbre e urlante di un misterioso dolore e nessuno mi aiutava. Che grande paura si era materializzata! Dovevo ritornare lucida. Dovevo essere creativa. Guardare alla meta e non distrarmi con le difficoltà. Con la collaborazione della mitica nonna Graziella, che se non la cito potrebbe offendersi, sono andata in una farmacia e ho chiesto di farle un tampone. Ho incontrato donne di una umanità incredibile. Subito dopo Sole è stata finalmente visitata dalla pediatra. Ha una brutta faringite e un orecchio infiammato e anche un raffreddore di rara potenza. Con la giusta terapia migliora. E si riprende fiato. Ma io ho pensato tanto a tutte quelle madri che son costrette a tenere tra le braccia figli senza speranza e che trovano solo porte chiuse. Con i bambini stiamo sbagliando tutto e, prima o poi, ci presenteranno il conto.
E si; è proprio vero che l’unico modo di avere una buona relazione con la paura è prenderla a braccetto e farci una chiacchierata. Poi, la si mette a sedere da qualche parte e si avviano i motori per il decollo. Lei non se ne va. E’ paziente. E’ sottile. Non è affatto permalosa. Rimane li e ti aspetta. Ma le scappa un sorriso. Poi, quando scendi dall’apparecchio, la guardi ed è diventata così mingherlina. Sta li, indomita, ma non è più insuperabile. Ci puoi stare. Ci puoi fare quattro chiacchiere. Lei è fatta così. A qualcosa serve, dicono. Io sono arrivata addirittura a volerle bene perché mi ha insegnato il gusto della conquista. L’ho resa anche pieghevole e messa in un cassetto per farmi una notte di sonno, ogni tanto.
Sole dorme. I miei mostri sono ordinatamente riposti nel cassetto della biancheria. Buonanotte, cari e care. Che la notte sia di volo.
Buongiorno 💪🏼
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