
La ninna-compilation di ieri sera:
- Edith Piaf-La vie en rose
- ancora Piaf-Non,je ne regrette rien
- Simon and Garfunkel-Bridge over troubled waters
- ancora loro con The sound of silence
- e, per finire, Somewhere over the raimbow
La ninna nanna di stasera:
- Mannarino-Vivere la vita
Il venerdì mattina è il momento dello yoga di famiglia.
In diretta tv da Firenze la nostra maestra di yoga (mia sorella) ci guida in un’oretta di benedetto ritorno al mondo dei vivi, di quelli che hanno ancora un corpo. Il corpo, compagno indissolubile della mente, costretto da certi malintesi gravi, a essere trattato come un sacco vuoto, obbligato a soste e clausure, offeso da paure e sostanze tossiche; questo corpo santo che io considero il bene sommo, cerca di difendersi e resistere. Ho saputo che le forze dell’ordine bloccano l’accesso alle spiagge. Una signora impreca perché nei negozi non si trova la pancetta arrotolata. Il sole è caldissimo e Sole si addormenta nella carrozzina che oramai le va quasi stretta, mentre io provo a dribblare i passanti senza mascherina, più per abitudine che per convinzione. La lezione di yoga finisce sempre con un pò di pranayama(respirazione) e un meraviglioso rilassamento…beh, non per me. Fino alla respirazione spesso ci arrivo, ma il rilassamento corrisponde con la ginnastica di mia figlia che si diverte a contorcersi sulla mia pancia e a tentare di spogliarmi per arrivare nel suo posto preferito: il mio seno, al quale vengono concesse davvero rarissime soste, che gli dei e le dee benedicano il suo appetito. Nella classe di yoga c’è la mia mamma come ospite fissa e poi cugina o cognata. Alla fine si affaccia papà e ci si fa quattro chiacchiere mentre Sole è già riuscita a spogliarmi e fa di me quel che vuole.
Il venerdì sera si balla Azul.
Da quando è cominciata la prigionia il tempo in cui si danza è diventato il momento di massima apertura della mia anima, l’unico, perché lei, per paura di ricordarsi di talune sofferenze, si è chiusa come certi fiori che vanno a dormire al calar del sole. Mi piace usare alcune parole che conosciamo ormai in pochi e adoro giocherellare con la punteggiatura come quando, alla fine di un lauto pasto, si fanno le pallinelle con gli avanzi di mollica di pane e si scatena la guerra dei bambini. O di certi adulti fortemente connessi con l’infanzia. (Intanto mi metto La storia siamo noi, cantata dalla Mannoia, perché sto 25 aprile va festeggiato). Sole dorme. Nell’arco di poche righe mi alzo decine di volte per controllare che respiri, per essere certa di tenerla al sicuro. E mi accorgo che senza la cana il silenzio è molto più silenzioso e solitario. Sole dorme serena. Sole che, avvolta nella fascia e appiccicata alla mia pelle, ha dormito per quasi tutto il tempo della danza e,alla fine, ha aperto i suoi occhioni e mi ha detto con il cuore: “Mamma, tirami fuori che ballo anche io”,e ha ballato eccome. Volato e riso, con quelle risate piene dei bambini che no, non può averle fatte nessun altro se non Dio. (Senza volontà mi parte ‘Felicità’ cantata da Ron e Fiorella Mannoia…aaaahhhh, che meraviglia il caso, quel caso che non è mai esistito!). Sole dorme serena. Stanotte si fa tardi perché c’è un nuovo viaggio da organizzare. Non possiamo perdere tempo. Stanotte si fanno le valigie, si butta un po di zavorra, si contempla la strada che è rimasta incollata alle suole delle scarpe vecchie. Quelle non le butto. Sono il miglior promemoria per eroiche foglie al vento dalla memoria corta. Sole è nata quando ci ho creduto. Davvero. Soggetto per un nuovo breve racconto.
Adesso mi faccio una tazza di cioccolato perché mi è venuto un po freddo e voglio scrivere ancora. Nessuna mamma verrà per spedirmi a letto.
(Dalla, La sera dei miracoli. O benedetto caso mio) La nostalgia si è aperta un varco. Mi si sono rintorcinate le budella. Sapreste dirlo meglio? Parlo di quando l’anima si apre e tutto esce e tutto entra e la verità e il mistero della vita sembrano chiarissime. Sulle ultime note e l’applauso finale, il miracolo si chiude con la stessa facilità con cui si è aperto. Sorseggio la mia cioccolata. Sole dorme serena. Pensavo, durante le danze di stasera, alla condizione terribile e sublime nella quale son finita a causa di questa ‘quarantena’. Mi sono illuminata. La verità è che ero impantanata in un ritmo vitale che odiavo, ero saldamente attaccata al male minore. Ero persa. Ed eccomi qua. Mi mancavo. Stanca, ferita, dolorante, con delle occhiaie da manuale, ma io,quella che alza l’ostacolo tutte le volte che salta, io che non ho mai rinunciato a un sogno, io che eh eh eh e chi poteva dirlo, io che ho una bimba dai capelli rossi da prendere per mano per renderla libera. Io che ballo con Sole. Finisco la mia cioccolata e poi vado a dormire accanto alla mia bimba.
I surrender to myself e…buonanotte al secchio.