Questa povera creatura, il mio amato flop, langue o languisce (come vi piace: son corretti entrambi) in un angolo remoto del web e della mia anima, da troppo tempo. Questo mio fogliolino bianco inesistente e prezioso, mi sta chiamando a sussurri e a grida perché torni a nutrirlo. Non bisognerebbe smettere di allattare ciò che è prezioso, ma come si fa? La vita è complessa, vorace, indomabile…almeno la mia. Se il ragionier Rossi o la signora Wanda, ammesso che esistano, non fossero d’accordo parlino ora o tacciano per sempre.
“E così si è rimessa a scrivere, dico, Floppartista. Non prima di avere resuscitato Cana per l’ennesima volta. Ah, la cana, hai saputo che è stata malissimo? Le scommesse la davano per spacciata eppure…quelle due ci devono avere un segreto. Ogni volta che sembrano finite si giocano l’effetto araba fenice. Mi sa che quando scompaiono per un pò è segno che sono andate a studiare a Hogworth”.

Non ce li portiamo tanto male tutti questi natali spesi assieme, che dite? Lei ha la stessa faccia impertinente di quando, stamattina, rediviva da poche ore, ha svuotato il secchio dell’immondizia per andare a leccare il sale rimasto appiccicato sul sacchetto delle patatine. Il sale, capite? Praticamente un suicidio per una quadrupede che si è giocata ai dadi entrambi i reni! Eppure, stasera è passata dalla flebo al bordo della ciotola in 11 secondi. Siamo fatte così: siamo femmine inossidabili. Andiamo dritte alla meta: no perdite di tempo.
Mi mancate moltissimo e neanche vi conosco. Mi manca il tempo speso a riordinare i pensieri, le pause usate per dipingere meglio un’immagine a colpi di parole, le serate sorseggiando latte d’oro a scrivere e cancellare, cancellare e scrivere. Mi manca un pezzo. Mi manco. Ho nostalgia di me stessa, di quella parte di me che sa prendersi il giusto spazio e il proprio tempo. Ma sto facendo grandi cose, come al solito. Sposto montagne, riallineo pianeti e resuscito bestie. Ho due spettacoli all’attivo, allievi sparsi per la città, prove, video da montare, qualche danza, musiche da tagliare e cucire…treni, tram, automobile, piedi dolenti e kilometri macinati.
E chi l’avrebbe mai detto che, per dritto o per storto, mi sto prendendo tutto quello che voglio, dico, dalla vita. Ogni desiderio sta facendo il giro largo e io aspetto, non ho fretta e, pian piano, i premi scendono come una pioggia sottile e piacevole che cada sul viso inaspettata. Ho sempre un sottilissimo strato di calma e di fiducia a fare da cuscinetto alle mille traversie che siamo costrette ad affrontare. Stasera, poi, me la son cantata alla grande mentre lei, con le sue elegantissime mutandine fucsia, chiedeva dell’altro cibo. Mi son concessa un tango con il cesto dei panni puliti, mi son fermata a incantarmi di fronte alla luna sulla strada del ritorno, ho chiacchierato con amici incontrati per le vie del quartiere e con loro ho sorriso dei nostri guai. La luna stasera? Un incanto che non mi son persa. Ragazze/i, son davvero fortunata: non mi scappa nessuna meraviglia!
Tutto sommato bene, no? Volevo imparare ad andare a vela e son diventata la regina dei venti. Ho dovuto mollare tanta zavorra e mi è spiaciuto, ma credo che dio, la mia amica celeste, non voglia che perdiamo noi stessi per la salvezza altrui. Lei vuole che ruotiamo ognuno attorno al nostro asse senza mai perdere il centro. Vuole che siamo felici, tutto quà. Perché complicare sempre tutto, dai.
Adesso devo proprio andare. Gli occhi non ne vogliono sapere di rimanere aperti, ma mi ha fatto un gran piacere risentirvi. Prometto che torneremo presto. Abbiamo un sacco di cose da raccontarvi e mille novità all’orizzonte. Voi, intanto, fate sogni stupendi e realizzateli: non c’è alternativa!
Bentornate!
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Graaaaaazieeee
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