
Mi domando se il tempo, almeno il tempo, sia mio, anche se provvisoriamente, anche in prestito. Mi rimane del tempo per me? E per chi altri dovrebbe essere il mio tempo? A chi appartiene lo scorrere di atomi che mi ha scolpito le zampe di gallina attorno agli occhi, che mi disincanta? Di chi è questo fluire che ha ingrigito i peli di Cana e ha reso il suo sguardo più remissivo?
Mi domando se posso o potrò allungare un braccio, estenderlo al punto di acchiappare uno straccio di questo tempo che dicono sia mio, ma mi sembra rubato. Guardo la tazza di caffè, lo schermo del pc pieno di lavoro da fare da fare da fare e…da vivere quando? Ascolto il russare della bestia che vive con me e la lotta di quella che vive dentro di me. Guardo la tazza di caffè e desidero farci una nuotata, nel mio caffè caldo macchiato con bevanda di farro.
Mi tuffo nella tazza, ma lo schermo del pc, i promemoria, le agende, le bollette, i progetti, i sogni, il doveredoveredovere mi inseguono.They are very well trained. I’m not! Nuoto con poca convinzione nella tazza semivuota o semipiena, nella bevanda marrone chiaro. La cana fa un giro su se stessa, mi guarda, si appallottola e riprova a russare. La radio va, quella va sempre.
Mi domando, sempre più spesso, quando arriverà la pausa. Dove si trova quel posto del mondo o di me stessa, meglio, nel quale non c’è più niente da fare, solo stare. La portiera chiede se voglio fare l’albero di Natale, ne ha uno in più, me lo da volentieri. Voglio? Son tentata di trovare un pezzetto di tempo per decorare un albero finto per…stare, guardare, annusare, essere inutilmente essere. Si, son tentata dall’albero, my own Christmas tree, ma non ho tempo. Potrei rubarlo o prenderlo in prestito? Non so.
Dottore, ricetta, analisi, memoria, teatro, lezione, telefono, mail, traduco, appuntamento, risposta, risposta, risposta…troppe domande e niente tempo. Che faccio, scendo? Lascio stare bollette e spese e doveri e vet e doc e mi metto a impastare una pagnotta enorme, fragrante, profumata, croccante e morbida, la inforno in un forno che non esiste e poi vado a dare le fette per strada a quelli che corrono per fare i regali, vado a dirgli che non serve niente a niente se ti prendono il tempo…
Chi ha tempo non aspetti tempo, ma io di tempo non ne ho disse la lumaca. Tra dieci minuti la cana deve uscire e ho una lezione, poi cerco parcheggio e la cana deve uscire ancora poi ancora lezione e così via. Troppo. E lei sta sognando. Corre. Chissà a che gusto sarà il biscotto che ha trovato, che stragi di polli e di salmoni sarà libera di fare nei suoi sogni.
Questo tempo, quello che mi è servito per far scorrere qualche parola fuori da me, questo tempo utile per decomprimere la mente e il cuore carichi di concetti inutili e assetati di ‘bene’, questo tempo l’ho rubato e la follia è che era mio. Ho rubato a me stessa.
Esco dalla tazza di caffè macchiato, raggiunta dai mangiatempo, e vado a fare una doccia perché non ho avuto il coraggio di prendere per me un pò di tempo che era mio, ma, nessuno sa come, non è mai riuscito ad appartenermi davvero.
Lei russa.
Molto molto molto vero.
Se riguardo a questo fine settimana, vedo che non ho avuto tempo per me. Impegni, famiglia, animali, cose che DEVONO essere fatte e un sacco di altre che stanno in coda. E le settimane volano via… Quando mi capita di vedere persone chiacchierare in un bar senza fretta mi domando come diavolo fanno ad averne il tempo.
Ovviamente il tempo per scrivere questo commento lo rubato a una coda mentre aspetto il mio turno…
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Ti mando un like dall’automobile 😂🐾
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