La citazione che leggerete più avanti è del mio ex datore di lavoro. Arriva dal Canada e spero che facciate a tempo a leggerla prima che venga segnalata perché è evidentemente indecorosa. Ho trovato questo ingaggio (chiamiamolo così) su una piattaforma di intermediazione per freelance. Io so fare tante cose, non tutte bene o benissimo, ma sono una che se la cava. Sto invecchiando senza nessuna garanzia per il mio futuro a colpi di precarietà e rospi ingoiati. Ma che posso fare? Mi arrangio, mi attrezzo, mi invento, mi reinvento. No, non va affatto bene. Il talento? Una condanna! L’intelligenza? Un supplizio!
Questo, chiamiamolo così, datore di lavoro mi ha assunta per scrivere (in inglese ovviamente) 3000 parole in 22 ore e 4000 in 28 ore. Se ci metti dentro mangiare (non entra), dormire (non entra), passeggiare la cana (deve entrarci per forza) e fare i bisogni corporali e magari una doccia, beh, il tempo non basta. E’ un massacro, ma io mi merito forse di lavorare con soddisfazione, il giusto tempo e giustamente retribuita? Chi di noi lo merita? Avevo bisogno di soldi: l’estate è lunga e quasi per niente retribuita. Ho accettato per 1 dollaro ogni 100 parole dal quale va anche detratta la commissione degli intermediari. Una vergogna. Mia nonna diceva “Amaru cu avi bisognu!”(Povero colui è in stato di bisogno).
Ho scritto 19 articoli su argomenti dei quali non sapevo nulla per un totale di circa 9.000 parole, in due giorni. L’inferno. Però mi dava soddisfazione vedere che ci riuscivo. Son stata brava, almeno questo concedetemelo! Adesso, caro Papa Francesco e Presidente della Repubblica e concomitanti e affini, io vorrei sapere cosa ne pensano Dio e il mio Paese di questa situazione? Vorrei sapere cosa devo fare, dove devo andare e a chi posso vendere il mio talento e le mie competenze per avere una vita dignitosa. Quando parlo di vendere, intendo sbarazzarmene per sempre e, finalmente, dormire sonni tranquilli, avere le ferie e la malattia pagate, la tredicesima, i contributi acciderbolina anche quelli. E pensare che mi avevano detto che se imparavo l’inglese potevo andare dappertutto. Forse intendevano questo? Il suo nickname è Millerauth29 e mi ha mandata dappertutto.
“Go and fuck your mother. She gave birth to a motherfucker and fucking scam. May you die soon. And yeah, you are safe because you are not here. if you were here, I would have killed you myself . Is that so motherfucker? Your whore of a mother taught this? Still if you don’t understand, then go outside, spread your Stinky ass and when some one done fucking then if he is educated enough, ask him to translate things in your fucking local language. Also shove your fucking Italian in your filthy ass.”
Per errore ho inviato due file sbagliati. Capita quando hai fatto tante ore di lavoro sotto pressione e ti minacciano che anche solo per un minuto di ritardo ti toglieranno l’incarico. Ne è risultato che c’erano due articoli con dei paragrafi uguali, ma era talmente grossolana la cosa, che mai e poi mai si poteva imputare a una persona con la mia dolorosissima e acutissima intelligenza accoppiata a una totale incapacità di ingannare il prossimo. Lui si è preso la briga di caricarli su appositi programmi e mandarmi le prove dei reati di frode, copia incolla e affini. Io, nella mia strutturale buonafede, ho spiegato l’accaduto e mi sono scusata del malinteso anche se non pensavo di doverlo fare. Lui ha scritto quello che trovate copiato e incollato al piano di sopra.
Sapete qual’è la cosa buffa? E dico buffa per non ammettere neanche a me stessa la mia disperazione. Non è la prima volta che mi capita, di lavorare tanto per qualcuno che non mi paga e mi insulta anche. Ho quasi fatto l’abitudine alla totale non considerazione del mio lavoro, della mia dignità, dei miei sentimenti poi, non ne parliamo più. Me li sto smontando. Avrei altre mail da pubblicare e memorie di discorsi e di avvenimenti e nomi che non ho fatto fino ad ora per quella che mia nonna chiamava ‘carità cristiana’ e si può essere caritatevoli senza manco essere cristiani. A che servirebbe? Ci sono registi, manager di start up, agenti e ci sono…Sono stanca. Definitivamente!
Sapete come stanno le cose, amici miei carissimi? Stanno vincendo i cattivi. Contro ogni mia previsione e ostinazione, il lupo non ha sputato cappuccetto rosso e non è nemmeno passato un cacciatore (anche perché i cacciatori non possono essere buoni, almeno nelle favole!). Hanno vinto i prepotenti e c’era da aspettarselo, gli individualisti, quelli che zappano i rigogliosi giardini delle loro case, e basta. E mentre io vado a fondo, colo a picco e provo a dissolvermi pur sapendo che domani sarò di nuovo in battaglia, vi chiedo un regalo: datemi un motivo, uno solo, per crederci ancora. Io non me li ricordo più. Li ho persi per strada.
Eh, non lo so, mo’ ci penso e appena mi viene in mente qualcosa te lo scrivo…
Comunque sì, i buoni vincono solo al cinema. E a volte nemmeno lì…
Un abbraccio, per quel che vale.
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Un abbraccio vale, eccome.
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Non serve a mo!to e non so cosa te ne farai ma comunque: tutta la solidarietà che posso, sorella….!
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La solidarietà è preziosa. Grazie!!!
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