Che bella invenzione i piedi, soprattutto quelli montati bene all’estremità di gambe funzionanti, ben ammortizzate e dotate di ginocchia adeguatamente lubrificate e scorrevoli. Beh, anche le mie vanno bene: quello che non mi ha dato Madre Natura me lo son fatto io con il kit forza di volontà. Questa possibilità che abbiamo, di camminare, è una ricchezza immensa e troppo sottovalutata. Lo pensavo oggi mentre viaggiavo a passo spedito verso il mio ufficio all’aperto, con l’ immancabile zainetto rosso sulle spalle.

Un tronco mi fa da poltrona e non ho bisogno della scrivania. A volte mi si addormentano le (scusate la schiettezza) chiappe, ma la soluzione è muoversi un pochino e passa tutto. Tanto non so stare ferma, quindi il gioco è fatto. Cammino e mi si apre la mente, si allargano i polmoni, l’aria entra a cascata (stupendo!), le ginocchia senza cartilagine diventano perfettamente funzionanti chissà come, gli occhi si trasformano in portoni aperti dai quali entra la realtà circostante, piacevolmente, senza far confusione. Insomma: divento spaziosa. Esce lo stress ed entrano nuove possibilità.
Che belle cosa questa del camminare. Con il solo ausilio delle mie gambe potrei attraversare il mondo e, prima o poi lo farò, andare dove diavolo mi pare, e lo faccio tutti i giorni. Alzo lo sguardo e ho il mare di fronte e… beata a te che non devi stare in ufficio e che non questo e non quello… Mi pare di sentirvi, mi pare. Vi perdono. Pensate, invece, alla grandezza del godersi il viaggio senza pensare alla meta se non quel minimo indispensabile alla sopravvivenza. Voglio dire… ci vuole un sacco di umiltà ad ammettere che non possiamo raggiungere tutte le mete prefissate, ma possiamo sempre goderci la strada e fare del camminare l’unico fine. Non lo dico da perdente, ma come una che si gode vittorie reali.

Stamattina, per esempio, in tutti i chilometri che ho percorso da quando all’alba sono andata a passeggio con la cana, ho fatto scorta di incontri interessanti, ho strappato un sorriso ai ragazzi del bar che alle sette son già di turno, ho chiacchierato con gli ammiratori di Cana, ho visto il sole illuminare la basilica di San Pietro e Paolo, ho sentito odori bellissimi e orrendi, mi sono innamorata almeno tre volte. E il sole sul mare, il vento, la temperatura che sale e scende, il panorama mai uguale, il solletico sotto ai piedi…sembra di avere un moltiplicatore di vita.

Quando cammini non puoi chiuderti in te stessa: sarebbe pericolosissimo per la tua salute, rischieresti di farti del male. Sei costretta a rimanere in contatto con la strada e con la gente. I sensi ti agganciano al presente. Sarà che sono nata con le ginocchia “scamuffe” e ho dovuto lottare molto e sopportate moltissimo per portare le mie gambe a prestazioni accettabili, sarà che son stata immobilizzata per troppo tempo, sarà che son fortunata ad aver abbastanza giudizio da distinguere ciò che è prezioso, sarà che appena mi si infiamma la cartilagine son fritta e camminerei sulle mani se solo ci riuscissi, sarà …sarà…qualunque sia il motivo, questa cosa non posso tenermela per me, devo dirvela. É importante, troppo preziosa: è fondamentale!
Alla mattina, appena sveglio/a, comincia col muovere le gambe per ricordarti che ci sono e che funzionano, proprio tu che puoi, tutti quelli che possono lo facciano. Fai l’amore con le tue stesse gambe, con i tuoi piedi, parlaci. Dì loro che gli sei molto grata/o perché hanno la forza e la voglia di portarti dappertutto. Cammina fino alla doccia e canta con gli alluci. Batti il tempo con le piante. Cammina verso la colazione e innalza inni con i mignolini che spessissimo si fratturano perché sono piccoli e indifesi. Proteggi i mignoli dei tuoi piedi: senza di loro camminare è difficilissimo. Non prendere l’ascensore. Fa le scale, a qualunque piano abiti: tanto è discesa. Le scarpe con i tacchi mettile in borsa. Chi cammina è il più bello/la più bella di tutti. Prova.

E ci sarà il giorno in cui le gambe, i piedi, tutto il sistema, non funzionerà. Ci sarà. Ma tu avrai fatto scorta di cammini. Se una mattina ti sveglierai con le ruote sgonfie, allora prenderai l’ascensore e anche un taxi, se necessario, ma i tuoi alluci staranno cantando perché si ricordano la strada fatta, il vento, il sole, gli odori, il solletico, e non possono fare a meno di “andare”. Ti rendi conto??? Andare…a piedi…alla tua velocità, che privilegio, che gioia, che miracolo!
Ora, tu puoi anche pensare che io sia pazza e hai ragione, ma prova comunque. Non era forse folle che Fleming volesse usare una muffa per combattere i batteri? Che ne sapeva l’uomo della strada di quanto le muffe, le schifosissime muffe, potessero essere preziose.E dunque perché mai non assumere qualche chilometro di camminata libera(che non è neanche schifosa) come antidoto ai mali presenti e futuri? Fate finta che sia il vostro integratore quotidiano: assumetene un paio di compresse al giorno. Provate. Vi assicuro che come e meglio della penicillina guarirà una varietà infinita di morbi, acciacchi, ammorbamenti, depressioni, rimuginamenti e altre afflizioni dell’anima e del corpo che non ho tempo di enumerare.
Camminare ha meno effetti collaterali di qualunque rimedio!!!