
Pioverà per sempre, assicurato. Torneremo a casa con le scarpe zuppe ogni giorno. Non ci sono più speranze di avere capelli morbidi. Li avremo eternamente crespi ed elettrizzati. Pioverà sui giorni bui e su quelli luminosi. Io non ho paura. La maggior parte del tempo la trascorro con un elefante seduto sul petto e riesco anche a ballare; cosa vuoi che mi importi se piove pure. Cana, poi, teme persino le bolle di sapone: che differenza fa? Avrà anche paura per sempre della pioggia che cadrà per sempre. Per lei una paura in più o una in meno non fa differenza. Lei ha sempre qualcosa da temere e necessita sempre di qualcosa da masticare. Sono le sue chiavi di lettura. Ai corvi, però, piacciono i temporali. Loro impazziscono a giocare nella tempesta.
Voglio diventare un corvo che balla nella tempesta con un elefante seduto sul petto e una cana accanto o sopra o sotto conta solo che lei ci sia.
Negli ultimi giorni ho vissuto su una giostra di emozioni e movimenti convulsi, di sconvolgimenti, capriole. I quotidiani titolano: ‘A Roma prevista pioggia eterna’ e su questo son tutti d’accordo. Le prime pagine son divenute monotone. I negozi termineranno presto le scorte di ombrelli e di impermeabili. Le creature terrestri diverranno lagunari e i gabbiani si trasferiranno definitivamente a via dei Fori Imperiali dove è facilissimo rubare la pizza margherita ai turisti ingenui.
Questa è casa nostra: non entrano gli editor. Qui si fa a modo nostro. No editing, no seo, no aglio perché sono allergica. Il Presidente ha promesso un comunicato per la mattinata di domani.
Sono stati giorni pieni nei quali tocca ricavare qualche riga bianca per le note a piè di pagina, quelle senza le quali nessun libro ha senso. Domenica, in zona Piramide Cestia gli artisti innocenti imitavano la vita a favore di pubblico, cioè facevano i buffoni assieme a un’orda di visitatori divertitissimi della pensione di Constanza Zimmer (Roberta Guerrera, Floppartista, attrice acchiappa lucciole vive e soffiatrice professionista di candeline). Allegria, gioia, canti, balli, buffonerie, cialtronate, risate, non ci siamo fatti mancare niente. Buffo pensare a quante risate vere e piene possano eruttare da un cuore così tormentato. Pensavo…
Quanti fatti sono accaduti in pochi giorni, quante gioie, quanti dolori: il tutto poggiato non su un letto di rucola ma su un sottofondo di un’ingiustizia antica che stenta a rientrare nel cassetto cui era destinata. Avete mai provato a librarvi in volo con qualcuno che si appende ai piedi ad ogni fase di decollo? Si, lo so, bisognava cambiare pista già da un pezzo,ma non piangiamo sul latte di mandorla versato e cambiamo pista adesso. Che dici? Ah si, la nostalgia di casa, il bisogno delle radici, la poetica dell’abbandono, la drammatica del cardellino…ma vaaaaaaaaaaaa. Mo bbbastaaaaa.
Ci siamo. La torre di controllo è stata avvisata.Un nuovo volatile arriverà prima o poi sulla nuova pista. Pensavo…
Una giovane donna è morta ieri nel giorno in cui avrebbe dato alla luce la sua secondogenita, che ha dovuto abortire al sesto mese di gravidanza per fare la chemio. Lascia un compagno innamorato e una bimba di cinque anni con gli occhi più tristi che si possano immaginare, una famiglia impietrita dal dolore, sua nipote di 15 anni(mia allieva amatissima)disperata e furibonda. Che dire? Mi si spezza il cuore. Ci stringiamo tutti, grandi e piccini, amici e parenti, con gli occhi pieni di sorpresa come se la morte e il dolore, le calamità casuali, fossero una novità. Rimaniamo troppo spesso sorpresi e ci arroghiamo il diritto di aggiungere lutti inutili a quelli che l’Universo ha in serbo per ognuno di noi.
Pioveva perché pioverà per sempre. Ho preso a camminare a passo svelto. Volevo abbracciare tutti. Volevo dir loro: ‘Ti capisco, so come ti senti’.
Volevo capire perché, invece di star vicini a darci forza di fronte a questa roulette russa, invece di distenderci al sole che oramai non apparirà più, abbiamo creduto, noi esseri umani, di avere il permesso di ferire, uccidere, ignorare, danneggiare coloro che ci circondano. Invece di esercitare la compassione abbiamo deciso per il controllo, invece dell’amore abbiamo scelto il soffocamento quotidiano. E’ necessario e urgente tornare a ciò che conta, unire, pacificare, consolare, abbracciare, farsi talvolta da parte, diventare mamme e papà, zii e zie, nonni e nonne di tutti, all’occorrenza. E’ urgente costruire ponti, toccarsi, porgere le spalle e le mani.
Domani una bambina di cinque anni seppellirà la sua mamma e io, per un attimo, son stata l’una e l’altra.