
La settimana scorsa, di sabato per la precisione, dopo due ore e quaranta di preparativi, trasformata in Constanza Zimmer, sono uscita per raggiungere l’Angelo Mai, un locale nel quale avremmo assistito allo spettacolo e fatto promozione dell’evento che abbiamo in programma per oggi, domenica 18 marzo 2018. Non ho mai voluto che la mia vita somigliasse a un romanzo che, a tratti, diventa un fumetto che, a volte, sconfina nel cartoon, no, non l’ho mai voluto: semplicemente…accade da sempre. Il venerdì precedente ero andata all’inaugurazione di una mostra e rientrata ad un’ora nella quale il parcheggio è un miraggio dopo due giorni di cammino nel Sahara. Ho cominciato a girare attorno all’isolato e, intanto, pregavo le divinità dei boschi e dei fiumi perché facessero sparire una delle auto parcheggiate comodamente sul viale. Ovviamente non è accaduto, ma mai dire mai. Bisogna essere creduloni, credere sempre, credere a tutto, altrimenti come si fanno i miracoli???
Non trovando parcheggio sul viale ho optato per una stradina secondaria e ho lasciato la Camilla di fronte al negozio di tatuaggi Sandokan. Certo, ho pensato che il luogo era isolato e la Camilla aveva già gli sportelli danneggiati dalle precedenti incursioni, ma l’alternativa era rimanere a dormirci dentro e non mi sembrava il caso.
Così, sabato sera, sotto le spoglie di Constanza, con un rossetto rosso fuoco, mi presento di fronte al Sandokan per riprendere l’auto. E cosa trovo??? Gli sportelli sono stati piegati in due come fossero le linguette di una lattina di limonata (perché sempre coca, visto che fa male e la uso solo per pulire i water?)oppure di chinotto. I ragazzi del Sandokan sono sulla soglia del negozio e fumano. E qui si fa la storia. Ho lo zainetto rosso sulla schiena e una pistola giocattolo infilata nella giarrettiera che ho nascosto sotto la gonna. C’è anche un finto pugnale da caccia nella giarrettiera di destra. Reggo una borsa e una busta e sono, come sempre, piuttosto goffa. I malviventi hanno tirato giù…ta daaaaaaa…le copertine di pile e spugna rosa sulle quali si adagia mollemente la cana, le audiocassette che nel corso degli anni 70 e 80 volevano dire tanta bella musica ma tu che te ne fai deficente???, un tuttocittà di quindici anni fa con i nomi delle strade sbiaditi a livello 11(a cosa corrisponde?Boh!) e un accrocco di fazzolettini usati che aspettava di essere buttato nell’umido(io differenzio, campagna Floppartista 2018). Ovviamente non hanno preso niente. Hanno solo devastato.
Consapevole di quanto possa essere ridicola e a momenti patetica, comincio a imprecare mentre prendo a pugni lo sportello e mi cadono pezzi da tutte le parti. I ragazzi del Sandokan mi guardano dispiaciuti. Temo siano anche un pò spaventati.
Constanza Zimmer prende a gridare:’Maledetta città, maledetta gente, vi odio, ma cosa ve ne fate, ignoranti, delle cassette di musica che infatti non avete neanche preso e che cercavate sotto le coperte del caneeeeeeeeeee? Maledetti, che siate maledetti…’ eccetera eccetera. Il ragazzo di Sandokan mi guarda e fa: ‘Mi dispiace, signora’. HA…DETTO…SIGNORA??? Si,lo ha fatto. A quel punto mi appare una luce dal cielo nero e comincio a levitare sulla scena, esco dal mio corpo (che, poi, è quello di Constanza Zimmer, la protagonista della performance) e osservo il set dall’alto. Vedo Roberta che perde i pezzi e sbuffa e sbraita come una pentola a pressione. La vedo affannarsi e cercare giustizia o anche solo un pò di pace. Le voglio bene, povera stella, quante ne ha passate. Eppure è la, di fronte all’automobile con la quale ha attraversato la Sila molti anni fa, per recitare in uno spettacolo, mentre il suo compagno di viaggio dormiva beatamente e doveva sbrigarsi perché alle tre c’era la sala di registrazione prenotata; Roberta di fronte all’auto che ha trasportato la Cana al mare e in clinica e in montagna, l’auto con la quale è stata tamponata e si è fatta molto male; vedo Roberta con la sua cavalla bianca da montare per vincere i cattivi e correre libere anche se la Camilla è vecchia e non ha il servosterzo e gli sportelli son distrutti dall’inciviltà. Quello che non vedo è la signora.
Vedo la bambina cicciottella, con la bocca sporca di cioccolata, che aveva paura del buio; vedo la ragazza idealista e onesta; vedo la ribelle; vedo la donna stanchissima, tristissima, ma determinata a stare bene; vedo il clown, l’attrice divertita, la buffona. Non vedo la signora. E mi vien da ridere.
Mi scuso con i ragazzi del Sandokan per lo sfogo selvatico. Chiarisco che è la quinta volta che subisco questo trattamento. Ma non ma si figuri ma ha ragione ma mi dispiace…e daje…ancora signoraaaaaaa. Mi metto in auto prima che mi sfugga una battuta acida, non sarebbe affatto carino da parte mia. Son stati così gentili. Quando mi rimetto in marcia mi accorgo che sono un personaggio di un manga che sta guidando una pecie di Dumbo con le orecchie rotte. Rido. Essere leggere aiuta sempre. Arrivo al locale e parcheggio. Poggio un piede sullo sportello lato guidatore e riesco a piegarlo al punto che sembra quasi nuovo. Si, io sola, con la forza del ‘Adesso ve la faccio vedere io se riuscite a rovinarmi la serata’. Sono in ritardo, quindi decido di accostare lo sportello ancora piegato vicinissimo a un muro. Sono una draga dei parcheggi. Perfetto! Anche stasera ha vinto Floppartista. Dopo l’evento tutto il gruppo di performers si ritrova a spingere e tirare lo sportello di destra e voilà anche quello è rappezzato.
Se vi danno limoni, potete farci la limonata, ma se siete davvero fighi o fichi, riuscirete a trasformarli in pere, mele, banane, mandarini e anche in lattughe o zucchine. Provare per credere o credere per fare i miracoli! E adesso vado a diventare Zimmer: si aprono le porte alle 17.30!
Un abbraccio alla povera Camilla. E tanta merda per lo spettacolo.
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